Art performance
2019
Concept
Gloria Dorliguzzo | Ilaz
Musci Uabos
Live actions in loop
Infinito Gallery, TriBeCa NY
In questa performance, il Gruppo OM presenta uno scenario post-apocalittico.
La scena è espressa attraverso un linguaggio astratto, presentato in forme di simbolismo caotico.
L’esplorazione multisensoriale avviene attraverso musica, video, oggetti e il corpo.
Le possibilità sono ulteriormente esplorate con un vocabolario di ombre, colori fluorescenti e luci psichedeliche.
La danza, il movimento corporeo e il suono creano una connessione interattiva con il pubblico stimolandone
le emozioni attraverso il pensiero introspettivo.
Il miscuglio di architettura immaginaria, rovine e prospettive illusorie focalizza l’attenzione sul consumismo
e sulla fine del mondo come lo conosciamo.
Corpi mescola elementi immaginari e di vita normale analizzando come noi percepiamo un oggetto;
per consumo si intende anche la posizione privilegiata rispetto alla nostra percezione della realtà.
L’identità umana viene analizzata attraverso una scena di “post-umanesimo”; come il progresso scientifico
si propone di raggiungere nuove dimensioni oltre i confini naturali dell’uomo,
modificandone lo sviluppo dell’umanità futura.
L’identità dell’uomo si appresta a mutare, a cambiare, a divergere dai tratti essenziali e unici che finora l’avevano caratterizzata.
Il corpo si ripropone prepotentemente sulla scena, offrendosi ambiguo e in continua trasformazione.
L’ estensione della manipolazione e del dominio d’ intervento sulla stessa materia vivente,
si presenta come potenziale contaminazione e come catalizzatore di processi ibridativi che mettono a rischio proprio quell’ idea di soggetto autoriferito autonomo e impermeabile alla contaminazione esterna.
Viene a definirsi un nuovo essere che deve riorganizzare nuovi legami con la specie e la comunità.
Le zone di confine tra se e mondo, gli spazi liminari e intimi sono sempre piu’ confusi come lo è la distinzione
tra umano e non-umano.
Ed e proprio in questi luoghi incerti, che proliferano mostrosità
e corpi grotteschi.
Sono proprio quest’ultimi a divenire il simbolo del costante divenire, mettendo in scena i limiti e i confini
che sussistono tra corpo e mondo, l’alterità, l’ibridazione, il mescolamento con il mondo, gli animali e le cose. L’estetica della mutazione, del corpo grottesco, evoca un paesaggio desolante e consumato, proprio perchè
dipinge lo scenario che si colloca al confine tra crollo e cambiamento; labile linea che facilmente può condurre
l’uomo alla sua deriva disumana o al suo innalzamento transumano.
In this performance, the OM Group presents a post-apocalyptic scenario.
The scene is expressed through abstract language, presented in forms of chaotic symbolism.
The multi-sensory exploration takes place through music, video,
objects and the body.
Possibilities are further explored with a vocabulary of shadows, fluorescent
colors and psychedelic lights. Ritualist dance, bodily movement, and sound create an
interactive connection with the public as introspection is incited through emotion.
The mash-up of imaginary architecture, ruins and illusory perspectives direct focus onto
consumerism and the end of the world as we know it.
Presented for the first time in New York City, Corpiis a performance that mixes real-life
elements with imaginary references. Through an expression of contemporary languages,
OM group artists bring life a preliminary mapping of possibility: a dialogue between
different artistic worlds that unite as one. Human identity is analyzed through a scene of a
“Post-Humanism.” That is, what brings attention to technology based singularity, already
awaiting us in the near future.